Rassegna Stampa

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olden capolavoro

“Internazionale” del  5/12/2015

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“Buscadero” Gennaio 2015

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http://www.rockit.it/recensione/26978/olden78-sono-andato-a-letto-presto

“…E a questo pubblico Olden ha tutte le carte in regola per piacere: bella voce, begli arrangiamenti (per il genere), canzoni suonate bene, testi in linea con tante cose già dette, ma dotati (anche grazie al mix di influenze di cui sopra) di una loro personalità…” (ROCKIT)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/29/musica-indie-made-in-italy-uscite-novembre-tenere-docchio/1228572/

“… Un album composto da undici tracce che ha condotto Olden sul palco del Premio Tenco 2014. Un cantautorato che si rifà alla migliore tradizione nostrana, rivisitata con autenticità compositiva e un approccio contemporaneo…” (IL FATTO QUOTIDIANO)

http://www.storiadellamusica.it/cantautori/cantautori/olden-sono_andato_a_letto_presto%28autoprodotto_goodfellas-2014%29.html

“…Sono andato a letto presto è il disco di un cantautore maturo, dalla voce splendida e sicura, che racconta storie nate da incontri più o meno casuali, quegli incontri che a volte ci cambiano la vita, in cui ognuno di noi può riconoscersi, con una capacità di scrittura notevole…”(G. Zito “STORIA DELLA MUSICA)

http://www.rockon.it/recensioni/olden-sono-andato-a-letto-presto/

“È grazie a cantautori come Olden che la tradizione cantautorale italiana si può ringiovanire.” (ROCKON)

http://www.shiverwebzine.com/2015/01/23/olden-sono-andato-a-letto-presto-2014-autoproduzione/

“…quello che sale subito in gola – attraverso gli orecchi – è una fottuta prova di bellezza senza se e ma, undici tracce in cui l’alta scuola cantautorale italiana mette tanto di suo…” (SHIVER MAGAZINE)

http://www.marieclaire.it/Attualita/TalentOne-Ci-vuole-molto-orecchio-il-blog-di-Vainer-Broccoli/recensioni-olden-poi

“…calore nella voce unito ad una potenza notevolissima per un singolo che, con quel pizzico di malinconia che non guasta, ci racconta di come il tempo sia un galantuomo e, una volta che è passato, non torna più.” (MARIE CLAIRE)

http://www.blogfoolk.com/2014/11/storie-di-cantautori-olden-vondatty.html

“…“Sono andato a letto presto” – secondo disco del cantautore perugino Olden, vero nome Davide Sellari – è un tuffo nella tradizione canora del nostro paese. Che non è necessariamente uno sguardo a ritroso: in questo caso riflette piuttosto una sorta di rassegna filtrata dallo sguardo di un artista giovane, con un approccio spontaneo…” (BLOGFOOLK)

http://indiepercui.altervista.org/olden-andato-letto-presto-goodfellas/

“…Basta poco per fare un gran disco, arrangiamenti scarni, una voce in primo piano, la chitarra acustica a tenere il ritmo e tutto il resto è poesia…” (INDIPERCUI)

http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=3918

Le parole rivelano una buona maestria e originalità, dimostrando di saper giocare (”Senatore Bailey”, ”Un successore”) e commuovere (”Febbraio”), scendere in profondità, pescare frammenti di storie personali senza per questo cadere nella banalità (”Perugia”, ”Perla nera”)

http://www.sanremonews.it/2014/10/03/leggi-notizia/argomenti/eventi-1/articolo/grande-successo-e-serie-di-standing-ovation-ieri-alla-prima-serata-del-premio-tenco-2014.html (PREMIO TENCO 2014)

Intervista – “Point & Comma Music”

http://pointandcommamusic.weebly.com/italian-underground/olden

1- Davide Sellari a.k.a Olden , dopo anni di praticantato in band come Zonaplayd e Figli di John fra tutte , all’incirca nel 2008 decide di intraprendere un progetto solista e di creare 3 anni più tardi un tuo cd da te interamente scritto e arrangiato dal titolo Olden . Facendo un excursus della tua vita , raccontaci come è nata questa tua passione per la musica , come e perchè “non ti sentivi più a tuo agio” nelle band in cui militavi e come è nato Olden , il progetto e l’omonimo album … 

La passione per la musica getta probabilmente i suoi primi semi  in “tenera etá” grazie alle cassette dei “meravigliosi anni ’60” che continuamente risuonavano nell’autoradio di miei cari genitori (con compilation da titoli tipo “Italian Graffiti”, “I Nostri Americani” o qualcosa del genere).
Mi piaceva molto Neil Sedaka e Paul Anka, anche (scusate ma non ho resistito) .
Ma la vera e propria passione é nata scoprendo qualche anno dopo i baffi di Freddie e gli occhiali tondi di John; da li’ in poi diventai un vorace divoratore di musica, di tanti stili differenti anche se per lo piu’ rock.
E poi, durante gli anni dell’Universitá (che qualcuno definisce quelli della “maturitá, sbagliando:)) arrivano i cantautori, i nostri straordinari cantautori italiani (specialmente i cari “genovesi” che prepotentemente mi entreranno dentro, per restarci per sempre e (a differenza di altre “cotte” adolescenziali) non lasciarmi piu’.
Riguardo alle mie band passate, in realtá non c’e’ stato nessun “disagio” particolare, semplicemente sapevo che era arrivata per me una fase nuova, non solo musicale ma direi “esistenziale”; volevo ripartire da zero, in tutto, e cosi’ ho fatto le valigie, baci e abbracci e destino Barcellona.
In realtá poco prima di partire il mio nuovo progetto artistico (ed il mio nome Olden) aveva giá preso forma e qualche canzone giá era nata, pronta in un cassetto.
Poi, con il tempo, le canzoni sono diventate sempre di piu’, e allora decisi che era ora di pubblicare un album.
E cosi’ é stato.

2- Sappiamo che durante il tuo primo periodo da Olden , vivevi a Barcellona . In questi anni hai prodotto il tuo primo cd . Sorge spontanea una domanda , che ci fa un italiano in Spagna che produce un disco in Inglese ? Ci parli un po’ delle decisioni che prendesti all’epoca ?
Come anticipato sopra, Olden esisteva giá da qualche settimana, anche se, effettivamente, é cresciuto a Barcellona!L’italiano in questione si trovava in Spagna, piu’ concretamente a Barcellona, perché era il posto del quale si era innamorato e dove aveva deciso di restare a vivere; la scelta dell’inglese é stata probabilmente un misto tra una sfida ed un vero e prorpio “slancio internazionale”, dettato dal fatto che vivessi in una grande cittá europea, cosmopolita ed, appunto, internazionale.

3- Che tu sappia , com’è la situazione musicale underground in Spagna ? Anche a livello europeo , la popolazione spagnola come si rapporta con le altre produzioni ?
Devo essere sincero, non ho mai approfondito troppo questo aspetto, anche se conosco ovviamente gli eventi musicali piu’ degni di nota (non so se ad esempio il Primavera Sound é considerato underground o, come si dice, mainstream!) .
C’e’ comunque fermento musicale, anche se credo che, come da noi, ci sia un po’ di autoreferenzialitá ed una sorta di spirito di “auto-conservazione”; esistono grandissimi musicisti ma specialmente quelli cresciuti con il flamenco o la rumba, tutti quegli artisti che non vengono dal “pop” ma dal “popolo” vero e proprio.

4- Vivendo a Barcellona , hai trovato maggiori opportunità dal punto di vista musicale-esibitorio ?
In realtá no, per lo meno inizialmente e, comunque non attraverso la rete classica dei locali; é stato infatti tramite i canali “italiani” di barcellona che sono arrivate le soddisfazioni e le occasioni piu’ importanti,come ad esempio l’incredibile “chiamata” al Premio Tenco 2014.
La mia presenza su quel palco prestigiosa é arrivata perché vivo qui, a Barcellona; se fossi rimasto in Italia, forse, questo non sarebbe mai successo.
A proposito, grazie Steven, grazie Sergio!(loro capiranno)

5- Il 20 Novembre FINALMENTE è stato rilasciato il tuo ultimo figlio , perchè è proprio così che va definito una qualsiasi nostra creazione fatta con estrema cura e sensibilità , “Sono andato a letto presto” è un vero e proprio album degno di nota . Come è nata la voglia di produrre un nuovo album più maturo rispetto al precedente ? Come mai questa volta hai scelto proprio l’italiano ?
Innanzitutto grazie per la nota (“degno di”, intendo) .
Non so se l’album é piu’maturo rispetto al precedente (dovremmo definire il concetto di “maturitá”, che nominavo poche righe piu’ sopra) ma senz’altro é esattamente l’album che volevo fare, ora, adesso.
E la scelta dell’italiano é stata piuttosto naturale, avevo voglia di comunicare in una maniera piu’ intima, piu’ profonda… e non c’e’ niente di meglio della propria lingua per farlo.
E forse, si’ dai, probabilmente é un disco piu’ maturo 🙂

6- L’album si apre con “Un Gioco” , brano che ci è sembrato quasi di denuncia della semplicità , della superficialità delle persone e della paura di rapportarsi con dei tabù . “E’ tutto un gioco … ma come mai ? “ Come mai dunque è tutto un gioco ?
Credo che dentro a questo brano ci siano varie cose, differenti; dico che “la vita é un gioco” perché alle volte forse ci prendiamo troppo sul serio (artisti e non), in realtá nessuno puo’ dire davvero “cos’e’la vita”, qual’e’ il suo senso, l’eterno dilemma dell’uomo.
Ed allora preferisco pensare che sia un gioco, che inizia e finisce, e’ un concetto laico e senz’altro poco fideistico ma almeno consapevole.
Ma, come dicevo, qui dentro ci sono altre cose, come la malinconia per certe cose ormai andate, magari vissute insieme ad un amico fraterno che ora, chissá dov’e’ e chissá che cosa penserebbe di questa canzone se l’ascoltasse.
Parlo molto degli amici, in questo disco, piu’ di quanto mi potessi immaginare, non solo con malinconia, a volte anche con rabbia, forse risentimento per alcune cose che da un amico non ti saresti mai aspettato.

7- Di che parla il brano “Perla Nera” ? Qual’è la storia che racconti nel brano ?
Perla Nera é soltanto un racconto, una storia inventata; molti mi dicono “é tanto autobiografica!” (mi sono sposato da due anni e da poco piu’ di un mese sono padre).
Come tutte le cose “create”, probabilmente qualcosa di vero c’e’, e forse si’, dentro a quelle parole si intuisce che in quel momento (quando l’ho scritta) mi stavo immaginando un figlio.
E’ il racconto di un desiderio, un racconto tramandato dal mare e da tutte le vecchie barche che l’hanno attraversato .

8- La traccia num° 9 si intitola Perugia . Dobbiamo dunque pensare ad una dedica particolare alla tua cara Umbria ? Di che parla il brano ?
Bé, Perugia é la mia cittá e li’ ho vissuto gran parte delle cose che vanno a finire nelle mie canzoni; sinceramente non é nata a tavolino, non ho deciso “ora scrivo una canzone che si chiamerá Perugia”, é arrivata, non so da dove, ed é diventata una canzone.
Preferisco pensare che le mie canzoni non parlino di una sola cosa in concreto (tranne casi concreti, voluti) ma che siano il risultato di suggestioni, di ricordi, di pensieri, non necessariamenti riferiti allo stesso periodo, allo stesso fatto, alla stessa persona.
Perugia puo’ essere una cittá, ma anche una donna; é senz’altro un brano che si guarda indietro, con un po’ di sana malinconia, anche se senza rimpianti.

9- Chi ha collaborato all’album ed in che modo ha contribuito a renderlo il progetto finito che è oggi ?
Questo disco é un eccezionale esempio di come le persone, insieme, possano fare grandi cose; ci sono tantissime collaborazione, in primis l’aiuto starordinario di tutta la gente che ha finanziato il progetto in “Musicraiser”, ben 150 persone hanno deciso di scommettere su questo disco, aiutandomi a finanziarlo.
La produzione artistica del disco é stata curata da me e Lorenzo Sementilli  un amico e grande professionista, presso lo studio di registrazione Wildflower ,poi “passato” al Big Tune Studio di Francesco Palazzetti per il master finale.
Nel disco, la band “di base”, oltre a Lorenzo Sementilli (chitarre), é composta da Francesco Miceli (batterie) e Carlo Bianconi (bassi) e Marcello Lupoi (piano); ci sono poi i piccoli ma preziossimi interventi di Ulrich Sandner (mandolino) e Mattia Meattelli (basso in “Un Successone”).
Ho avuto poi l’onore di ospitare uno dei miei “miti” di sempre, il grandissimo chitarrista Juan Carlos Flaco Biondini (storico chitarrista di Guccini ma non solo…Flaco, il mitico!), lo straordinario Sergio Reggioli dei Nomadi (ha suonato dei violini strepitosi in “La Casa che non c’e’”) e il bravissimo fisarmonicista Riccardo Maccabruni.
Tante persone, ognuna con il suo contributo, con la sua sensibilitá; credo che nel disco si senta, questo, penso che si avverta una certa armonia, una compattezza, un atmosfera speciale.

10- Da “ Un Gioco” a “La casa che non c’è” l’album sembra galleggiare su di un filone che tiene insieme ogni singola storia raccontata negli 11 brani che compongono questo album . Quale potrebbe essere il tema comune tra tutti i brani ed inoltre , la scelta della playlist dell’album è casuale o voluta ?
Come dicevo qualche riga fa e come ci suggerisce il titolo (omaggio ad un capolavoro del cinema italiano), questo disco é attraversato da tante storie, che spesso parlano di amicizia, di relazioni profonde, alcune ancora presenti, altre lasciate per strada.
E’ una sorta di ricerca del tempo passato (e quindi apparentemente “perduto”), attraverso storie, ricordi, che forse possono fotografare il tempo e magari fermarlo.
La scelta dei titoli non é certamente casuale, ma pensata e meditata bene.

11- Per concludere ci spieghi un po’ il paradosso tra l’ispirazione presa da “Il Giovane Holden” che non vuole invecchiare e “Olden” , tuo del nome d’arte , che deriva da “Old” e quindi da “vecchio” ?
In realtá non c’e’ un paradosso, il giovane Holden non mi risulta che non volesse invecchiare! Quello é Dorian Gray…sbaglio? 🙂
Il giovane Holden era si’ un “giovane”, ma piuttosto fuori dal suo tempo , o perlomeno diverso dai suoi coetanei, anticonformista e non certo banale.
In un certo senso e “vecchio” rispetto ai ragazzi della sua etá, perché non si riconosce in nessuno di loro.
Ama invece profondamente sua sorella, in una maniera a tratti commovente.
E come dici giustamente, c’e’ anche l’elemento “old” (antico), perché sono un tipo “vintage”, non c’e’ niente da fare!
Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, il Crodino.
Questa é la bellezza, altro che.
Guardandomi indietro, mi sembra tutto piu’ bello.
Come ha detto qualcuno recentemente ” a Olden manca l’attualitá”.
Gli rispondo che é vero, anzi verissimo: non sono attuale, nemmeno voglio esserlo.
Spero solo di riuscire ad essere contemporaneo, e di creare cose “belle” (almeno con questa intenzione).
E che le mie canzoni durino piu’ che il concorrente di un reality.

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